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Francia e Italia unite per difendere il “Made in Europe”: la moda in prima linea

Un’alleanza strategica in un contesto globale in evoluzione

 

In un chiaro segnale di unità, Francia e Italia hanno rinnovato la loro alleanza per proteggere l’industria europea sotto l’etichetta comune del “Made in Europe”. Durante un recente incontro bilaterale a Parigi, i ministri francesi Éric Lombard (Economia) e Marc Ferracci (Industria) si sono confrontati con il ministro italiano Adolfo Urso per delineare una risposta coordinata alle crescenti pressioni della concorrenza globale, in particolare proveniente da Stati Uniti e Cina.
Sebbene l’agenda politica includesse settori industriali pesanti come l’acciaio e la clean energy, è apparso evidente che la moda occupa un posto speciale, non solo come motore economico di primo piano, ma anche come simbolo dell’identità europea. Da decenni, Francia e Italia dettano i canoni della moda a livello mondiale, dalla haute couture all’artigianato tradizionale. Oggi, i rispettivi governi pongono il settore moda al centro di una nuova strategia industriale, riconoscendolo non soltanto come patrimonio culturale, ma anche come infrastruttura strategica.

 

La moda come pilastro dell’industria europea

 

La cooperazione tra i due Paesi riflette una preoccupazione sempre più sentita: i produttori europei sono esposti a pratiche commerciali aggressive e a sussidi esteri considerati sleali. In risposta, Francia e Italia chiedono alla Commissione Europea di introdurre meccanismi di tutela più incisivi, come la riduzione delle importazioni di acciaio e l’adozione di un quadro normativo che favorisca i prodotti europei negli appalti pubblici. Ma al di là di queste sfide industriali, la moda si è imposta come settore altrettanto strategico, capace di coniugare valore economico e peso simbolico. L’ecosistema italiano, in particolare, è emblematico: oltre 60.000 imprese, più di mezzo milione di addetti e un fatturato annuo che supera i 100 miliardi di euro. Un comparto fondamentale per l’export e per l’immagine del Paese. Proprio quest’anno, l’Italia ha lanciato le “Giornate della Moda Italiana nel Mondo” e firmato un protocollo d’intesa per contrastare la contraffazione e tutelare le filiere artigianali, una scelta che nasce tanto dall’orgoglio quanto da una precisa volontà politica.

 
 

La tutela della reputazione è diventata una priorità. In risposta a recenti preoccupazioni legate alle condizioni di lavoro e alla trasparenza nelle filiere, il governo italiano ha introdotto un nuovo sistema di certificazione volto a garantire standard etici elevati nel settore moda. Sviluppato in collaborazione con i sindacati e le principali associazioni di categoria, questo strumento mira a mantenere una produzione non solo di qualità e artigianale, ma anche responsabile e sostenibile. La Francia, dal canto suo, porta in dote risorse complementari. Durante una visita in Italia nel 2024, la ministra francese dell’Industria Olivia Grégoire ha sottolineato la forza del sistema francese di apprendistato e formazione professionale. I due sistemi, italiano e francese, se integrati, possono generare un modello europeo condiviso, capace di rafforzare la tracciabilità, la sostenibilità e il valore delle produzioni europee.

 

Obiettivi comuni per un futuro etico e competitivo

 

Dal rinnovato dialogo tra Parigi e Roma emergono diverse priorità strategiche che ridefiniscono il modo in cui l’Europa guarda alle sue industrie creative:

 

Reshoring e reinvestimento: i grandi gruppi del lusso stanno investendo nei fornitori locali per garantire qualità, trasparenza e resilienza;

Leadership nella sostenibilità: dall’iniziativa italiana Re.Crea per il riciclo tessile agli obiettivi ecologici francesi, i due Paesi stanno allineando le loro ambizioni ambientali a una visione industriale comune;

Integrità della filiera: il modello italiano di certificazione può diventare un riferimento europeo, offrendo uno standard trasparente e applicabile su larga scala;

Diplomazia industriale: coordinando politiche e promuovendo l’export culturale, la moda si afferma come strumento di soft power europeo.

 
 

Questa alleanza tra Francia e Italia va ben oltre la diplomazia formale. Esprime una visione condivisa: quella di un’Europa che deve proteggere le proprie industrie creative — e la moda in particolare — non solo per il loro valore simbolico, ma per il loro ruolo cruciale nella costruzione di un futuro più sostenibile, competitivo e sovrano.

 

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